CAPITALE 17 , SARAJEVO:
CAPITALE BOSNIA ERZEGOVINA .
Ed eccoci arrivati alla 17 capitale e 51° tappa!
Dopo esser passati da Medjugorje, Mostar, arriviamo a Sarajevo, città che per la sua storia, forse per sua stessa natura, custodisce i segni di chi l’ha vissuta.
Romani, turchi, la via della seta, gli austriaci, fino alla Grande Guerra scoppiata su un anonimo ponte sul fiume. Poi la Jugoslavia e il delirio e i suoi segni, ancora visibili dopo vent’anni. Questo rende unica Sarajevo. I tratti caratterizzanti dei popoli, campanile tra i minareti, sapientemente miscelati dalla storia che nemmeno un assedio ha saputo sopraffare. Alla fine, nonostante tutto, non importa cosa nasconda la città. Importano le emozioni.
Arriviamo in città alle 6.30 del mattino, i brividi mi attraversano il corpo perché i segnali della guerra appena passata si notano molto sebbene la città sia stata ricostruita e la vita sia ripresa al 100%.
Purtroppo vedo tanti, tantissimi cimiteri, ovunque.
Lasciamo la capitale e proseguiamo la tappa, dopo 20 km incontriamo Nico con un buon caffè fumante che ci da energia e ripartiamo.
Una tappa molto trafficata ma il finale è stato entusiasmante, il paesaggio ricordava il nostro Altopiano di Asiago.
Terminiamo la tappa con una lunga discesa e ci fermiamo a 1000 mt di quota: qui la vegetazione regala i primi colori autunnali e la temperatura raggiunge massimo i 15 gradi.
Dopo esser passati da Medjugorje, Mostar, arriviamo a Sarajevo, città che per la sua storia, forse per sua stessa natura, custodisce i segni di chi l’ha vissuta.
Romani, turchi, la via della seta, gli austriaci, fino alla Grande Guerra scoppiata su un anonimo ponte sul fiume. Poi la Jugoslavia e il delirio e i suoi segni, ancora visibili dopo vent’anni. Questo rende unica Sarajevo. I tratti caratterizzanti dei popoli, campanile tra i minareti, sapientemente miscelati dalla storia che nemmeno un assedio ha saputo sopraffare. Alla fine, nonostante tutto, non importa cosa nasconda la città. Importano le emozioni.
Arriviamo in città alle 6.30 del mattino, i brividi mi attraversano il corpo perché i segnali della guerra appena passata si notano molto sebbene la città sia stata ricostruita e la vita sia ripresa al 100%.
Purtroppo vedo tanti, tantissimi cimiteri, ovunque.
Lasciamo la capitale e proseguiamo la tappa, dopo 20 km incontriamo Nico con un buon caffè fumante che ci da energia e ripartiamo.
Una tappa molto trafficata ma il finale è stato entusiasmante, il paesaggio ricordava il nostro Altopiano di Asiago.
Terminiamo la tappa con una lunga discesa e ci fermiamo a 1000 mt di quota: qui la vegetazione regala i primi colori autunnali e la temperatura raggiunge massimo i 15 gradi.
Loretta
